EMORROIDI: Malattia antica ….rimedi moderni
Clinicamente
le emorroidi sono distinte in interne ed esterne;
le prime, insorgono all’interno del canale anale, le seconde quasi all’esterno
dello stesso. Tale distinzione è spesso sovvertita dall’evoluzione della
malattia per questo anche le emorroidi interne dopo più o meno lungo periodo si
esteriorizzano prolassando all’esterno.
Le emorroidi si presentano come rigonfiamenti
(gavoccioli) più o meno congesti, rosso bluastri, a volte sanguinanti.
Si distinguono in genere tre gavoccioli principali
ma a volte le emorroidi sono cosi sviluppate da confluire tra loro formando una
vera e propria corona. Molti sono i fattori chiamati in causa per spiegare
l’insorgenza delle emorroidi.
ALIMENTAZIONE: E’ dimostrato che una dieta povera di
fibre, favorendo la stipsi, provochi l’insorgenza delle emorroidi L’alcool e le
spezie hanno importanza nel riacutizzare i sintomi.
POSIZIONE ABITUALE: Non è
dimostrato che la posizione seduta o sports particolari (autisti, ciclisti,
cavallerizzi) siano determinanti nell’insorgenza delle emorroidi.
ETA’: Pur essendo presenti
anche nell’infanzia, le emorroidi divengono più frequenti tra i 40 e i 60 anni.
Sembra inoltre che le emorroidi siano più frequenti nel sesso maschile, e, nei
soggetti con genitori affetti da tale malattia, il rischio di ammalare
d’emorroidi è 2-3 volte maggiore.
I sintomi che spesso portano il paziente dal medico
sono il sanguinamento ed il prolasso, altri sintomi variabili da paziente a
paziente sono il dolore, perdite di muco, per il permanere delle emorroidi
all’esterno, ed il prurito anale.
PREVENZIONE
Un’alimentazione
ricca in fibre, regolando le funzioni intestinali, previene la comparsa delle
emorroidi o l’accentuarsi dei sintomi. Sono da evitare i lassativi irritanti
che provocando un’evacuazione chimica portano all’accentuazione della malattia
emorroidaria se non alla sua comparsa quando se ne abusa.
Utile è anche
l’esercizio fisico che regola l’organismo nonché l’igiene intima che allontana
i residui fecali irritanti dalla regione anale.
CURA
Non è azzardato
affermare che chi soffre d’emorroidi conosca più del proprio medico le varie
preparazioni commerciali necessarie ad alleviare i sintomi della malattia. Ma
supposte, unguenti, pomate, dopo un iniziale, breve, periodo di benessere
perdono molto della loro efficacia, tanto da dover essere continuamente
sostituite.
Le emorroidi,
quando fonte di disagio, dopo un breve periodo di cura medica ed alimentare se
non recedono devono essere trattate in maniera definitiva. Ciò perché se una remissione e possibile
almeno temporaneamente, il problema tende a ripresentarsi in forma accentuata.
Fino a pochi anni
orsono il trattamento esclusivo per curare le emorroidi consisteva
nell’intervento chirurgico.
Questo, sia
perché in parte vero, sia perché enfatizzato da chi lo aveva subito, era fonte
di dolori più o meno accentuati e spesso a breve distanza di tempo di recidive.
Di qui il sorgere di numerose terapie e alternative all’intervento chirurgico.
Obiettivo
principale di tutte le metodiche, è la distruzione del tessuto emorroidario,
che è raggiunto in varia maniera.
La crioterapia ,tanto in voga qualche anno fa, si propone la
‘distruzione’ delle emorroidi tramite ;il congelamento; è una metodica buona
per casi selezionati ,pena la recidiva e dolori postoperatori.
La coagulazione a raggi infrarossi si avvale di un
generatore di raggi infrarossi che ‘brucia’ le emorroidi. Necessita di varie
applicazioni e si limita al I-II grado.Utile per i sanguinamenti acuti.
Anche la terapia sclerosante è
utile per i sanguinamenti, ma a differenza degli altri metodi non elimina le
emorroidi, ma le lascia in sede con notevole frequenza di recidive.
La legatura elastica è una metodica molto affidabile, ha un indice di
riuscita fino al 95%. Non necessita d’anestesia, ed il paziente può riprendere
immediatamente le proprie attività., l’intervento dura 5-10 minuti in mani
esperte può sostituire la chirurgia nel 90% dei casi.
Legatura arteria emorroidaria(H.A.L.):detta anche" dearterializzazione delle emorroidi" ,tramite un rilevatore
doppler, si propone di individuare e
legare selettivamente i rami terminali delle arterie emorroidarie ottenendo così
la scomparsa delle emorroidi.
Infine l’intervento chirurgico; oggi in Inghilterra è praticato solo nel 5-10% dei casi. Le tecniche d’intervento sono molteplici e spesso dipendono dalle preferenze del chirurgo. Segnaliamo, a tale proposito ,gli entusiasmi segnalati in questi ultimi anni di un nuovo intervento attuato con la suturatrice meccanica circolare (Stapler) sec. Longo
Consiste in una sezione- sutura della mucosa soprastante le emorroidi che venendo cosi ridotta e fissata allo strato sottostante otterrebbe lo scopo di eliminare la malattia emorroidaria.Si tratta di un lifting della mucosa,indubbiamente tale metodica ha notevolmente diminuito il dolore post operatorio(non abolito),ancora però non sono noti i risultati a lungo termine di tale trattamento.
Quello che preme
sottolineare ,è che oggi non è più ammissibile che un paziente sia etichettato
come sofferente d’emorroidi senza un’accurata visita proctologica che escluda
ben più gravi malattie ,di cui le emorroidi possono essere il sintomo iniziale.
Le metodiche
ambulatoriali sono particolarmente indicate per i cardiopatici, i dializzati,
per gli anziani e per tutti coloro che non si vogliono sottoporre ad intervento
chirurgico, a patto che sia sempre il metodo ad adattarsi al paziente e non il
paziente al metodo.
Specialista
Chirurgia Generale
Aiuto
Chirurgia generale
Pistoia